LA RIVOLTA DI SPARTACO

Per le edizioni USI-CIT è stato pubblicato il volume LA RIVOLTA DI SPARTACO.

Una cronologia essenziale e ragionata per riportare alla memoria gli eventi e le pratiche libertarie di quel vasto movimento che ha caratterizzato il “biennio rosso-nero” 1919-1920.

La prima parte del libro riprende il documento distribuito da alcuni compagni dell’Ateneo Libertario Firenze e dal Coordinamento Anarchico e Libertario durante la giornata di studi tenutasi a Firenze presso la Polveriera Spazio Comune il 4 maggio del 2019.

La seconda parte consiste in numerose e cospicue note di approfondimento storico e politico a cura dell’Associazione Culturale “Pietro Gori” di Milano.

Il costo di ogni volume (130 pagg.) è di 5,00 euro più spese postali.

Chi richiede 5 copie o più, il costo è di 3,00 euro a copia più spese postali

Le richieste vanno fatte al seguente indirizzo di posta elettronica: info@pietrogori.it

I pagamenti vanno effettuati sul c.c. dell’Unione Sindacale Italiana-CIT, IBAN: IT54I0501802400000016796849, Banca Popolare Etica s.c.p.a. filiale di Bologna (scrivere come causale: Rivolta di Spartaco).

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COMITATO spontaneo volontario di buona causa “Una scultura per Giuseppe Pinelli a Milano”

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Il gruppo promotore del Comitato volontario per buona causa “Una scultura per Giuseppe Pinelli a Milano” riunitosi domenica 26 gennaio 2020 comunica che ha preso avvio ufficialmente la campagna cittadina e nazionale di sostegno al progetto “Una scultura per Giuseppe Pinelli a Milano”. 

La scultura è realizzata dal maestro Massimo Mazzone, che la offre al Comitato a titolo gratuito, il quale la donerà al Comune di Milano affinché possa essere collocata in un luogo – giardino, piazza, parco – idoneo ad accoglierla.
Il monumento è una scultura in ferro a forma di stele che si eleva slanciata verso l’alto. Alla sua sommità l’autore ha riquadrato una finestra simbolicamente aperta verso il cielo a significare il senso di libertà. 
  
Il Comitato promotore chiede l’adesione a tutti coloro i quali desiderano sostenere questo impegno per la conservazione della memoria di Giuseppe Pinelli. Le adesioni devono pervenire via e-mail ai seguenti indirizzi: 

robinarc@libero.it
info@pietrogori.it

Usando questa dicitura: 
Aderisco al Comitato volontario di buona causa “Una scultura per Giuseppe Pinelli a Milano.

È necessario indicare Nome, Cognome e Città, in modo da potervi tenere aggiornati sugli sviluppi. 
Naturalmente ciascuno di voi può farsi promotore attraverso i contatti personali, e darne notizia anche sui Social per raccogliere quante più adesioni possibili.

Nelle immagini qui riportate a titolo esemplificativo, si può già vedere la scultura per come potrà essere ammirata una volta collocata. Il rendering ci è stato fornito dall’autore.-doc-1articolo-

Nelle immagini qui riportate a titolo esemplificativo, si può vedere la scultura per come potrà essere ammirata una volta collocata. Il rendering ci è stato fornito dall’autore.-doc-1Download

Collegamento diretto: info@pietrogori.it

CROCENERA ANARCHICA

È il cinquantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana, è il cinquantesimo anniversario dell’assassinio di Pino Pinelli, ma è anche il cinquantesimo anniversario della “Croce Nera Anarchica”: gruppo spontaneo di solidarietà e bollettino, strettamente legata agli altri due eventi di cui ricorre il cinquantesimo anniversario.

Proprio Pino Pinelli, nel giugno 1969, ricollegandosi a una tradizione anarchica internazionale, diede vita alla Croce Nera Anarchica insieme a Enrico Maltini e altri più giovani compagni.

Riproporre oggi questo raro materiale, ormai d’archivio, oltre a mettere in circolo dati e documenti di notevole utilità storica, evidenzia ancor più lo spessore politico ed etico di Pino Pinelli ed Enrico Maltini.

La rilettura oggi, 50 anni dopo, dei 7 numeri del bollettino oltre a farci rivivere quasi in contemporanea i tragici eventi di quell’anno, ci insegna che col tempo possono essere cambiati i metodi (sempre più sofisticati e “tecnologici”), ma la repressione statuale perdura

IL FERROVIERE DI SAN SIRO

Dopo la famosa sentenza del giudice Gerardo D’Ambrosio del 1975, con cui si attribuisce la causa della tragica morte di Giuseppe Pinelli a un fantasioso quanto improbabile “malore attivo” (questo è il senso di quanto è stato scritto in sentenza) nel tentativo di chiudere con una pietra tombale la vicenda del suo assassinio avvenuto nei locali della questura centrale di Milano, il livello di denuncia e di accusa dei movimenti popolari non si arresta, anzi si eleva di tono e d’indignazione.

Pertanto non fu un caso che il 9 maggio del 2009, a 40 anni dai tragici eventi l’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, prese l’iniziativa d’invitare al Quirinale, in occasione della “giornata della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi”, oltre la vedova di Luigi Calabresi, Gemma Capra accompagnata dal figlio, anche la vedova di Giuseppe Pinelli, Licia Rognini accompagnata da una figlia.

Al di là delle parole spese per l’occasione – “Ridare e riaffermare l’onore di Pinelli” che “fu vittima due volte” e di “rompere il silenzio” sulla vicenda – la finalità politica di quell’incontro fu di mettere sullo stesso piano la morte di Pinelli e quella di Calabresi. Quali che siano stati il ruolo e il grado di responsabilità del commissario Luigi Calabresi, egli fu sicuramente  parte attiva di quell’ingranaggio repressivo di cui Giuseppe Pinelli fu vittima innocente. Né la morte tragica, tutt’ora misteriosa malgrado processi e condanne sulla cui  veridicità non crediamo, non lo assolve.

Molto è stato scritto sugli eventi che hanno portato al 12 dicembre 1969 e su quella che abbiamo definito una “Strage di Stato”, utilizzando servizi segreti e organizzazioni fasciste, allo scopo di fermare l’ondata crescente delle lotte sociali e rivendicative. Questa storia è ormai di dominio pubblico, non può e non deve cadere nell’oblio e occorre ricordare sempre alle nuove come alle vecchie generazioni che il pericolo di una svolta autoritaria è sempre dietro l’angolo e l’imbarbarimento a cui stiamo assistendo in questa fase storica rischia di facilitarla.

La figura di Giuseppe Pinelli, a cominciare dal libro di Camilla Cederna in poi, è stata tante volte descritta e in questo cinquantesimo anniversario vogliamo parlare ancora di lui; lo vogliamo però ricordare sotto un particolare profilo: la sua sensibilità verso il mondo del lavoro, il suo essere cosciente che una emancipazione dei lavoratori dal lavoro salariato è la base per un cambiamento radicale della società. E non a caso sceglie di orientarsi verso l’Unione Sindacale Italiana che è stata parte importante nella storia del movimento operaio in Italia prima che il fascismo l’annientasse.

Un orientamento sindacale, quello del Pinelli, che non si limita alle quotidiane conquiste o alla difesa di ciò che si è ottenuto con le lotte ma che ha come obiettivo finale la gestione diretta della produzione da parte dei lavoratori, l’abolizione del padronato, un radicale cambiamento sociale che abbia come finalità una società di liberi ed eguali, di uomini e donne coscienti, istruiti, solidali.

La lettura di queste pagine ci riporta a un momento importante della storia del Novecento, a quei fine anni Sessanta effervescenti per i movimenti di lotta in atto nelle fabbriche, nelle università e nei quartieri. Sono stati raccolti volantini che Pinelli ed i suoi compagni dell’USI-Bovisa (alla quale si affianca l’USI-Centro) hanno diffuso tra i lavoratori, gli articoli pubblicati sul settimanale anarchico “Umanità Nova”, le testimonianze di chi gli è stato vicino nell’attività sindacale e non solo.