Perché nel nome di Pietro Gori
Pietro Gori (Messina, 1865 – Portoferraio, 1911) fu tra i principali protagonisti dell’anarchismo.
Figura poliedrica (avvocato, giornalista, scrittore, criminologo) Pietro Gori è ricordato anche per essere stato l’autore di alcuni dei più apprezzati canti sociali di lingua italiana (Addio a Lugano, La ballata di Sante Caserio, L’inno della canaglia, Amore ribelle, Stornelli d’esilio e molti altri) e di opere teatrali memorabili (Senza Patria e Primo Maggio le più rappresentate). Più volte perseguitato a causa della sua attività politica, visse alcuni anni lontano dal suo amato “suolo natio” vagando tra Europa, Stati Uniti e Sudamerica fino al definitivo ritorno in Italia nel 1902. Avvocato degli anarchici, anarchico egli stesso, era fortemente convinto che fossero le condizioni economiche e sociali a determinare il crimine. I comportamenti criminali, perciò, non potevano attribuirsi a «un’innata predisposizione al male» come voleva la scuola lombrosiana. A sostegno di queste convinzioni fondò, in Argentina, luogo del suo secondo esilio, la rivista scientifica «Criminologia moderna» improntata alle principali caratteristiche teoriche della scuola positiva declinate in chiave libertaria. La rivista, che vide collaboratori di fama internazionale, fu particolarmente seguita negli ambienti forensi argentini e fornì un rilevante contributo alla discussione avviata in quel paese intorno al diritto penale.
Ulteriori informazioni biografiche:
https://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Gori
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